Milano, 08/09/2019
Non ci si abitua mai alla propria passione. Resta tale
proprio perché riesce a travolgerti ogni qual volta venga a sfiorarti. Sono sempre
molto stanco quando termino un progetto, e l’unica preoccupazione è ritrovare
le forze per lavorare al prossimo.
Sono quasi vent’anni che vengo a Milano. La prima volta
che misi piede ad Euroluce sapevo a malapena distinguere il vetro dalla
plastica. Eppure ogni volta attendo con trepidazione quel momento in cui metto
piede nello spazio milanese in cui sono esposti i progetti eseguiti assieme ai
compagni di lavoro. Penso che potrò disegnare, costruire e vendere lampadari
per tutta la vita, ma c’è sempre un momento interminabile, meravigliosamente
intenso, profondo e urgente, che divide la sagoma avvolta nella sua ombra e le forme
illuminate. L’istante che precede l’accensione della luce. Ed è ogni volta una
sensazione sublime.
Domani mattina è il grande giorno di FAYE, mi troverò di
fronte all’opera e dovrò rispettare le sue grazie con garbo e stile. Elemento importante
quest’ultimo.
Lo stile è Tom Waits che ruggisce sotto il cappello. Lo
stile è una donna elegante che sistema la sua borsa sulla spalla prima di
uscire di casa. Lo stile è un carrello di Spike Lee che inquadra un volto
struggente. Lo stile è ciò che distingue un creativo da un burocrate, molto più
della concretizzazione. Lo stile è quello che determina una scelta e le sue
conseguenze
Difficile dormire stasera. Il pensiero passa dal successo
dell’opera alle difficoltà nel trovare parcheggio, dal vestito da indossare all’organizzazione
degli appuntamenti con i clienti. Quando non ci si sente appagati il futuro può
far paura o diventare una vasta terra di opportunità. Domani inizia il grande
circo del Salone del Mobile, come ogni due anni con lo spazio dedicato all’illuminazione
denominato EUROLUCE. Domeremo le tigri e scateneremo i leoni.
Ma sempre con stile.
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