sabato 29 gennaio 2011

DESIGN TEATRO E CIPOLLE


….nonostante per mantenermi nella vita abbia anche cucinato per lavoro, ritengo che l’approccio tra l’uomo e la cucina sia del tutto simile all’approccio con il design la scrittura e l’arte in generale (ammesso che si possa parlare di arte in senso generico generale o generalista..)
Difficile disegnare o pensare una lampada o una tazza di porcellana senza conoscere il modo di realizzarla e fabbricarla, o scrivere una scena teatrale senza avere coscienza dei personaggi che la recitano. Così come l’approccio di un cuoco verso le pietanze è creativo e fantasioso nonostante si rivolga a quello che altro non è che una scienza esatta, ovvero delle semplici regole di chimica che fanno deliziare il palato.
Di seguito una ricetta da eseguire in inverno, in una giornata grigia ma non troppo, solitaria ma non troppo, saporita quanto basta…

Ingredienti

Dosi per 2 persone

400 gr di carote
1 costa di sedano
2 cipolle
1 arancio
Alloro
Brodo vegetale
Olio extravergine di oliva
Aceto balsamico
Sale e pepe

Preparazione

Dopo aver pulito la camera da letto e sistemato il divano, recatevi in cucina e lasciate che il televisore parli dell'ennesimo delitto in famiglia.
Aprite il frigo, gettate nella spazzatura le zucchine e le rape andate a male, e prendete tre grosse carote e due cipolle grandi e bianche. Altro non èrimasto.
Spegnete il televisore e ascoltate un concerto di Tom Waits, mentre continua a piovere ma nonostante questo una bella luce entra nella vostra cucina. Incuranti delle gocce d'acqua che inevitabilmente sporcheranno i vetri delle vostre finestre, alzate le persiane. Spellate le carote, spuntatele, lavatele e tagliatele a fettine. In una casseruola rosolate le carote, le cipolle tritate, il sedano a rondelle e una foglia di alloro con alcuni cucchiai di olio.
Mentre vi accingete preparare una pentola di brodo, ripensate alle gambe lunghe e lisce di una donna che avete amato e questo rende indifferente che il vostro brodo sia di carne o di verdure.
Spolverizzate con una scorza di arancia e versate il brodo bollente. Coprite e cuocete la zuppa a fuoco basso per 30 minuti. Lasciate a riposare. D'altronde Tom Waits continua a suonare mentre un colpo di tosse vi sconquassa e voi in quel momento vi rendete conto che non fumate una sigaretta da almeno un mese.
Tornate alla pentola.
Unite l’aceto balsamico, salate, irrorate con un filo di olio e profumate con una macinata di pepe. Decorate a piacere con pezzetti di carota, fettine di limone e basilico spezzettato.

venerdì 28 gennaio 2011

SONO UN KAMIKAZE


Sono un kamikaze
Ho una bomba nelle braghe
La mia vita è troppo dura
Ho il tritolo alla cintura

Sono pieno di rancore
Sono pieno di tritolo
Sono pieno della merda
Che mi hai messo nella testa

(2004)

martedì 4 gennaio 2011

IL SORRISO DI ERCOLE E IL TESCHIO DIAMANTATO

…ho sempre avuto un grande amore per le grandi città, e sono convinto che Dio mi ha fatto vivere nella città più bella dell’Universo e meno metropolista del mondo per evitare che mi facessi del male. Sarei troppo succube del fascino dei sapori delle curiosità… ieri pomeriggio camminavo per Firenze, dopo una lunga ma piacevole mattinata di lavoro negli uffici di un amico toscano.
Mi piace passeggiare da solo per le città, posso soddisfare maggiormente la mia instancabile e infantile curiosità e posso liberamente farmi distrarre da un monumento, dalle cosce di una passante o dal sorriso di un cameriere, dalle pitture di un museo, dagli edifici e dall’odore del cibo…
Verso il tramonto ho notato un enorme cartello con la scritta DAMIEN HIRST all’ingresso di Palazzo Vecchio. Ho trovato la scusa giusta e da finto alternativo: fa freddo, il Ponte Vecchio è roba da turisti e il centro di Firenze è ridotto ad un centro commerciale! Perfetto, funziona! Ora posso permettermi di salire le scale e visitare nulla di più che un teschio diamantato messo in mostra da questo folle quanto furbo artista britannico. 

Ma è mentre salgo le scale che le scuse da finto alternativo trovano ancor più motivazione.. la gloria della vecchia Fiorenza hanno dato al possibilità agli artisti di far trionfare il loro talento. Prima di entrare nella buia sala dove potrò ammirare l’opera di Hirst, alzo lo sguardo e mi sembra di tornare indietro di 20 anni. Riconosco quei colori! Davanti a me i meravigliosi affreschi di Vasari e sotto, a far da guardia che nessuno tocchi le tele, la torsione dei muscoli bianchi delle statue erculee.



Li avevo visti sul mio libro del Liceo, poi li ho scordati e adesso eccoli qua, e il tempo per loro non passa. Mi avvicino alla porta dove è esposto il capolavoro hirstiano di arte moderna ma ancora non riesco a staccare lo sguardo dal volto di Ercole che scoppia il torace di un uomo o che abbatte un amazzone….
Una guarda armata mi fa entrare nello Studiolo dove è esposto il teschio. Questo calco in platino ricoperto di diamanti illumina una stanza completamente buia, le guardie infatti segnano i passi d’ingresso al visitatore con una piccola pila a LED (…di scarsa qualità, ne ho acquistata una identica per 3 euro in pizzeria da un sordomuto che me l’ha poggiata sulla tovaglia…). 



L’opera è meravigliosa nella sua ricerca di simmetria e perfezione. I diamanti sono incastonati in una sequenza che segue con regolarità le forme curve o rigonfie o storte che il teschio suggerisce. Mi soffermo davanti alla bocca e noto la disposizione precisa che ricopre di pietre preziose il palato…
Esco dalla stanza, la luce è tenue e posso di nuovo ammirare statue ed affreschi ed arazzi.
Ma Ercole, mentre passo di nuovo sotto di lui, sorride beffardamente incurante di me mentre sfascia il cranio di Caco, e dopo centinaia di anni continua a mantenere la sua forza espressiva.
Più di tutto mi restano negli occhi quei denti e quelle labbra così dischiuse, trionfanti passionali sanguigne devastanti assassine beffarde felici immerse in Firenze e nella sua arte…


domenica 2 gennaio 2011

UN POCHINO DI ME...

CIAO A TUTTI ..NON SAPENDO DA DOVE COMINCIARE, INIZIO DALLA COSA PIU' FACILE E DOVEROSA: MI PRESENTO E PARLO DI ME.

tSONO NATO A VICENZA NEL 1972, MA VIVO DA SEMPRE A VENEZIA.
MI SONO INTERESSATO ALL’ARTE FIN DA BAMBINO, LEGGENDO I FUMETTI DI MIO NONNO E ANDANDO AL CINEMA CON MIO PADRE




A 17 ANNI PUBBLICAI LE PRIME VIGNETTE SATIRICHE SUL QUOTIDIANO “IL GAZZETTINO”. DOPO IL DIPLOMA AL LICEO ARTISTICO, HO COMINCIATO A LAVORARE IL VETRO NELLE FORNACI DI MURANO. IN QUELLA MERAVIGLIOSA ISOLA, NASCOSTA TRA L’ACQUA E IL FUOCO, E’ NATA LA MIA PASSIONE PER LE LAMPADE E IL DESIGN CHE NEGLI ANNI MI HA PORTATO A CONOSCERE E A COLLABORARE CON ARTISTI COME TOBIA SCARPA, CARLO NASON, PHILIPPE STARCK, LEONARDO DE CARLO E PASCAL MORABITO. HO CREATO E PROGETTATO LAMPADE PER ANDROMEDA INTERNATIONAL, AV MAZZEGA, STUDIO AGORAA E ARISS LIGHTING.
NEL 2010 E’ USCITA SUL MERCATO INTERNAZIONALE “LOLE” LA PRIMA COLLEZIONE DI LAMPADE DA ME FIRMATA PER STUDIO ITALIA DESIGN




CONTEMPORANEAMENTE ALL’ARTE FIGURATIVA E AL DESIGN, LA MIA GRANDE PASSIONE E’ IL TEATRO. HO INCONTRATO AL LICEO IL MAESTRO ANTONINO VARVARA’, POI HO STUDIATO CON PAOLA BROLATI, MARCO PAOLINI, ADRIANO JURISSEVICH, RENATO GATTO, SERENA SINIGAGLIA E JUDITH MALINA DEL LIVING THEATRE. NEL 2008 HO FONDATO IL GRUPPO “THE ROUND ROBIN BAND” E ASSIEME ALL’AMICO E REGISTA AGOSTINO TABOGA HO SCRITTO E INTERPRETATO IL MONOLOGO GROTTESCO “IL PESCATORE DI NAZARETH”. NEL 2009 SONO ENTRATO NEL CAST DI ZELIG LAB.